Caratteristiche del mercantilismo

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Caratteristiche del mercantilismo

Caratteristiche del mercantilismo

In questo articolo trovate le principali caratteristiche del mercantilismo e una visione complessiva della scuola economica stessa.
La concezione mercantilista nasce dopo il declino dell’economia feudale e l’economia stessa assume una nuova concezione, diventando una scienza composta da un corpo organico di teorie (a partire dal XVI secolo).
Per quanto riguarda il contesto storico in cui si sviluppò il mercantilismo è bene ricordare la formazione, su tutto l’arco del XVI secolo, dei grandi Stati nazionali moderni quali la Francia di Francesco I, l’Inghilterra di Enrico VIII e la Spagna di Carlo V. Con lo sviluppo degli stati ci fu anche la necessità di sviluppare nuovi modi di arricchirsi o perlomeno interrogarsi su possibili soluzioni da adottare, in particolar modo per affrontare le guerre di conquista.
L’economia venne quindi privata degli antichi vincoli morali dettati dalla religione diventando strumento fondamentale della politica di governo dei sovrani.
Nel 1500 aumentarono notevolmente i viaggi di navigazione e conseguentemente le scoperte geografiche, che permisero di usufruire di nuove fonti naturali, in particolare di materie prime e metalli preziosi (in particolar modo l’oro).
Il XVI secolo fu anche teatro di numerosi cambiamenti in ambito religioso. Si sviluppò infatti, grazie a Calvino, la riforma protestante e dalla nuova interpretazione della Bibbia ne scaturì la convinzione che il successo economico fosse segno della benevolenza divina.
La storia del pensiero economico e del suo sviluppo raccoglie sotto la denominazione “mercantilisti” individui che vanno dall’inizio del XVI secolo alla prima metà del XVIII secolo, infatti molto spesso si riscontrano grandi differenze di pensiero tra i diversi studiosi.
Vediamo ora di riassumere le caratteristiche del mercantilismo:
1) La vita economica è atta ad accrescere la potenza dello Stato
2) I governanti dovevano frenare le importazioni e sviluppare le esportazioni
3) Gli stati devono accumulare oro e metalli preziosi
4) Gli stati devono estendere e sfruttare i possedimenti coloniali
5) Gli stati devono regolamentare la produzione e i commerci

Tra i maggiori interpreti del mercantilismo troviamo Jean-Baptiste Colbert (1639-1683), che fu a capo dell’Amministrazione centrale dello Stato francese sotto Luigi XIV, chiamato anche il “Re Sole”. Mettendo in pratica le idee dei mercantilisti Colbert mise in atto una politica commerciale basata sul protezionismo, fondò manifatture e compagnie di navigazione statali e riformò la legislazione sui commerci. Con la convinzione che la ricchezza di uno Stato dipendesse dalla quantità di metalli preziosi nel Paese attuò una politica diretta ad accrescere la ricchezza della Francia incoraggiando lo sviluppo coloniale. Per riuscire nell’intento fondò manifatture, sviluppò l’industria bellica aumentando il numero delle navi della flotta e ordinò di costruire nuovi porti. Per rallentare o diminuire le importazioni di manufatti applicò alti dazi doganali e, convinto della necessità di conseguire un attivo della bilancia commerciale (conto che registra tutte le importazioni e le esportazioni attuate da un paese) favorì in particolar modo l’esportazione e la produzione interna, introducendo esenzioni fiscali.
In generale i mercantilisti sostenevano l’importanza della politica economica e del controllo statale della bilancia commerciale.
Ecco riassunti i compiti dello stato:
1) Regolamentare e stimolare l’economia
2) Incoraggiare le esportazioni e frenare le importazioni
3) Promuovere e sostenere l’afflusso di metalli preziosi e in particolare l’oro

Le gravi crisi inflazionistiche sopraggiunte spinsero i mercantilisti a indagare sui fondamenti del valore della moneta.
– Jean Bodin e Bernanrdo Davanzati formularono una teoria quantitativa della moneta
– Antoine de Montchréstien fu il primo ad usare l’espressione “economia politica”
– Thomas Mun sostenne che ogni giudizio doveva basarsi sulla bilancia dei pagamenti
– Gerard Malynes dimostrò che l’accumulazione dei metalli preziosi provocava un aumento dei prezzi interni, con danni conseguenti alle esportazioni.
– Gregory King introdusse la nozione di elasticità dell’offerta e della domanda analizzando le oscillazioni di prezzo del grano

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