Riassunto canto VI e canto VII Orlando Furioso

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Riassunto canto VI e canto VII Orlando Furioso (maga Alcina)

 

Riassunto canto VI e canto VII Orlando Furioso

In questo articolo troverete l’analisi delle ottave 47-52 del canto VI e delle ottave 9-18 del canto VII dell’Orlando Furioso.

Nel sesto canto Ruggiero in groppa all’ippogrifo vola sull’isola della maga Alcina. La maga vive in un bellissimo palazzo in riva al mare, attorniato da un paesaggio fantastico e incantato che costituisce un vero e proprio luogo di pace e delizia.

Una volta sceso a terra il cavaliere lega l’ippogrifo a una pianta di mirto, che infastidito dall’ippogrifo si mette a parlare. Il mirto dice di essere Astolfo, paladino di Francia, cugino di Orlando e Rinaldo. Astolfo narra di essere stato il paladino di Alcina e di aver goduto della sua compagnia per due mesi, dopodiché è stato tramutato in pianta dalla maga stessa, stufa del cavaliere e desiderosa di nuovi uomini corteggiatori. Astolfo mette quindi in guardia Ruggiero e lo invita a prendere con molta serietà i suoi avvertimenti, poiché Alcina, qaundo si stanca dei suoi amanti li trasforma in alberi,pietre o animali per impedire che raccontino la sua vita lasciva.

Schema metrico: ottave in endecasillabi con schema di rime ABABABCC

Nel settimo canto Ruggiero viene accolto da Alcina e letteralmente ammaliato dalla sua bellezza. La maga accoglie il cavaliere insieme alla sua corte e appare a Ruggiero come la bellezza personificata: capelli biondi, fronte candida e occhi neri. Ruggiero è talmente conquistato che ritiene fasullo il racconto di Astolfo ritenendolo un risentimento dell’amore perduto.

Il tema principali dei due capitoli è quello del piacere. Il piacere è in grado di sconvolgere la mente umana e di sradicare la sua razionalità. Ruggiero si presentava infatti come un uomo dai saldi principi cavallereschi, tuttavia giunto alla corte di Alcina resta totalmente affascinato dalla sua bellezza e da tutto ciò che la circonda (palazzo,cortigiani,musiche,canti e cibi,..); arriva infatti a dubitare degli ammonimenti di Astolfo e dimentica anche la donna amata, Bradamante. Ariosto mostra chiaramente come l’uomo si lascia sedurre troppo spesso dalle piacevolezze dell’esistenza arrivando a dare più importanza all’esteriorità della persona che non ai valori interiori.

Il topos di Astolfo tramutato in mirto è un chiaro esempio appartenente alla tradizione letteraria. Degli esempi simili li troviamo nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Nel canto XIII dell’Inferno  nella selva dei suicidi (dove Dante incontra Pier delle Vigne) i dannati sono puniti tramite la loro trasformazione in arbusti spinosi, dai cui rami, se spezzati, escono parole e sangue.

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