Le nuove concezioni politiche del 1600

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Le nuove concezioni politiche

Le nuove concezioni politiche del 1600

Le novità politiche del 1600 hanno interessato in particolare la concezione dello Stato e del diritto. 

L’età moderna è caratterizzata dal consolidamento e dall’emersione dello Stato come istituzione di una forma suprema della vita associata, in cui si riconosce solamente come ordinamento giuridico quello statale e come forma propria dell’ordinamento giuridico la legge.

Le nuove concezioni politiche erano quindi legate al ruolo dello stato e l’organizzazione sociale.

In origine il potere statale si era imposto come potere assoluto, ovvero come assoluta sovranità che controlla e amministra tutta la società, senza ammettere altra supremazia. Nel ‘600 si mostrò anche il tentativo di frenare e porre dei limiti all’assolutismo monarchico per favorire il diritto di naturauna caratteristica inalienabile.

Le tradizionali teorie legate alla detenzione del potere per diritto divino vennero sorpassate grazie al giusnaturalismo, che faceva risalire la creazione della società civile a un patto stipulato tra uomini liberi secondo diritto naturale. Questo contratto sociale segnò il passaggio dallo stato di natura allo stato socio-politico, in cui i conflitti sono praticamente nulli (o così dovrebbe essere) per mantenere l’ordine sociale.

Il distacco definitivo dallo stato di natura giustificata dal diritto fondamentale alla sopravvivenza degli individui include l’istituzione di un organo normativo e di punizioni per i trasgressori. Il giusnaturalismo esamina il principio di convivenza civile in ciò che è naturale all’uomo (diritto di natura) e che è identificato con la ragione, che predispone norme valide universalmente e superiore a qualsiasi potere legislativo.

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