Analisi settima novella della quarta giornata del Decameron

Analisi settima novella della quarta giornata del Decameron

In questo articolo trovate l’ analisi settima novella della quarta giornata del Decameron. La settima novella della quarta giornata è anche chiamata novella di Simona e Pasquino.
Il tema della giornata, scelto da Filostrato è quello degli amori che ebbero infelice fine. La novella è raccontata da Emilia.
Ecco una breve sintesi della trama della novella: ci troviamo nella città di Firenze, Simona, bella giovane di origini umili, filatrice di professione si innamora di Pasquino, garzone dell’uomo per cui la ragazza fila la lana.
L’amore scaturito tra i due è intenso e vero. Pasquino un giorno da appuntamento a Simona in un giardino, così che possano incontrarsi senza suscitare maldicenze. La ragazza accetta e una domenica inventa una scusa da raccontare al padre così da poter incontrare l’amato: si reca fuori porta San Gallo con l’amica Lagina, Pasquino arriva invece sul luogo dell’incontro con l’amico Stramba. Tra Lagina e lo Stramba si crea una relazione e i due si appartano. Anche Simona e Pasquino si sdraiano in un angolo del prato e vedendo un cespuglio di salvia Pasquino coglie una foglia, si strofina denti e gengive e poco dopo muore. Simona piangendo chiama gli amici , i quali, vedendo le macchie scure sul corpo di Pasquino la incolpano di averlo avvelenato. La ragazza viene poi interrogata da un giudice in presenza di altri amici di Pasquino. Il giudice non riesce a capire cosa è successo poiché Simona non si sa spiegare, così decide di fare un sopralluogo. Simona dimostra al giudice quanto accaduto strofinandosi una foglia di salvia sui denti come aveva fatto Pasquino e muore davanti ai presenti. Il giudice decide quindi di far estirpare e bruciare la salvia.
Il guardiano del giardino sradicando la pianta trova un grosso rospo al quale viene attribuita la colpa dell’avvelenamento e la conseguente morte dei ragazzi. I due amanti, infine, vengono seppelliti nella chiesa di San Paolo.
Nella cornice viene mostrato chiaramente che Filostrato non è soddisfatto della novella narrata precedentemente (IV, 6) raccontata da Panfilo, in quanto ritiene che abbia avuto un fine troppo poco infelice.
Continuiamo l’ analisi settima novella della quarta giornata del Decameron con una visione ai sistemi di valore di riferimento: ciò che caratterizza la novella narrata da Emilia è la contrapposizione dell’amore tra Simona e Pasquino e Lagina e Stramba. Il primo è un amore con accezione cortese, anche se gli amanti sono di umili origini, mentre il secondo è un amore carnale, che non ha nulla a che vedere con la mente e l’animo nobile. L’amore narrato da Emilia si rivela cortese dal momento in cui la stessa narratrice lo eleva nel testo. Essa introduce infatti la sua novella dicendo:”Quantunque Amor volentieri le case de’ nobili uomini, abiti, esso perciò non rifiuta lo’mperio di quel de’ poveri, anzi in quelle sì alcuna volta le sue forze dimostra (…)” oppure “O felice anime, alle quali in un medesimo di adivenne il fervente amore (…)“. Concludendo questa analisi settima novella della quarta giornata del Decameron vediamo alcune caratteristiche spazio temporali del racconto.
Per quanto riguarda le coordinate spazio temporali è necessario sottolineare che la scena centrale è ambientata in un giorno di festa (una domenica dopo mangiare). La stagione non è indicata, ma si può intuire che sia primavera o estate, visto che i due innamorati vanno in un giardino.
Per quanto riguarda i luoghi vengono nominati Firenze, la chiesa di San Gallo e il giardino. I primi due sono luoghi reali e storici, il che dimostra ancora un volta il realismo di Boccaccio, mentre il giardino suggerisce uno spazio di pace, di tranquillità, che si contrappone al luogo del lavoro, Firenze.

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