Analisi e commento “Funebre macchina che immobile posando” di Luis de Gongora y Argote

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Analisi e commento “Funebre macchina che immobile posando” di Luis de Gongora y Argote

Un altro grande maestro della lirica barocca spagnola è proprio lui, Luis de Gongora y Argote che nacque nel 1561 e morì nel 1627. La poesia di poeta spagnolo si presenta carica di un linguaggio oscuro, caratterizzato da neologismi, cultismi e inversioni di parole senza dimenticare le metafore molto imponenti. Tuttavia in tutta questa oscurità il poeta riesce a evocare un mondo di sensazioni e colori, con prodigiose immagini luminose.
Questa poesia è un sonetto datato 1611. Questo testo fa parte di una serie di cinque elaborati datati 1611, in occasione della morte della regina Margherita (3 ottobre 1611).

SUL SEPOLCRO CHE ALZÒ CORDOVA
IN ONORE DELLA REGINA DONNA MARGHERITA

Funebre macchina, che immobile posando
di questa vita dici l’inconstanza,
pira non d’aromatico legname
anche se a gloriosa Fenice innalzata

Vascello alla cui gabbia luminosa
stelle, figlie d’altra migliore Leda
placano Fortuna, della sua ruota
conoscendo l’avventuroso corso,

faro splendente siete che conduce
la ragione fra gli scogli naufragante
al porto; e malgrado tanta luce

scura conchiglia d’una Margherita
che, rubino in carità, in fè diamante
rinasce nuovo Sole in nuovo oriente.

Da un’attenta analisi del testo “Funebre macchina che immobile posando” emerge un primo fattore non trascurabile, poiché il sonetto infatti non parla di morte o del defunto ma dei tumuli e delle tombe.
In primo piano non troviamo pertanto la persona della regina, con il suo episodio umano e morale o un poeta afflitto e triste dalla sua scomparsa bensì la preponderante  “funebre macchina” del sepolcro che contiene il corpo della regina Margherita.
Il sepolcro è sempre descritto attraverso perifrasi (funebre machina) o attraverso metafore (pira, vascello, faro splendente, scura conchiglia). Il passaggio da una stanza all’altra avviene attraverso una serie di apostrofi, di designazione del sepolcro che si trovano tutte, eccetto pira, all’inizio di ogni strofa.
Del sepolcro, retoricamente in contrasto con l’effimera vanità della vita è mostrata per cominciare la gravità materica e l’incerta durata “funebra macchina, che immobile posando…”.
Gongira predilige la solidità degli oggetti, dei quali mette in luce il destino tranquillo e la quiete, il riposo delle cose. Questo riposo ha la supremazia sui sentimenti e sull’introspezione interna, nulla può vanificare l’oggetto, tutto lo glorifica.
Sia il sepolcro che la Regina sono espressi attraverso una serie di metafore. Per il sepolcro troviamo “scura conchiglia”, “pira…”,… mentre per la Regina metafore quali “Fenice”, “Margherita”, “rubino”, “diamante”, “Sole”,… Tutte le metafore vengono situate in genere alla fine del componimento, quasi a simboleggiare un enfatizzazione del finale vittoria della rinascita spirituale dell’anima della scomparsa Regina sulla gravità del corpo e del sepolcro.
A livello di linguaggio, continuando questa a
nalisi e commento de “Funebre macchina che immobile posando” di Luis de Gongora y Argote, troviamo un linguaggio prezioso e difficile tipicamente del “culteranesimo”. Ma in tutta l’oscurità del sonetto troviamo una voglia di colori, di sensazioni e immagini luminose, dove troviamo la terra, un vascello che ci porta in mare aperto e che poi sconfina nel cielo delle “stelle” che conducono la navigazione, in seguito troviamo altri elementi quali il porto, il faro e gli scogli, un ambiente dove terra e mare si toccano.
Grazie a queste qualità di un linguaggio barocco la poesia con un’impostazione funebre e elementi oscuri quali un sepolcro ci permette una proiezione nell’immensità di mare e cielo e dei loro colori.

1 Funebre macchina: una delle diverse metafore che indicano il sepolcro
1 Posando: stando disteso
3 Pira: catasta di legna eretta per la cremazione dei cadaveri
4 Fenice: metafora, indica la regina Margherita, in origine uccello rarissimo e mitologico, viene associato alla pira e alla rinascita, in questo caso della regina Margherita, che si credeva che ogni 500 anni morisse e subito rinascesse dalle proprie ceneri.
5 Gabbia: può richiamare la tomba in quanto “gabbia” che contiene il cadavere
6-7 stelle…placano Fortuna: le stelle concedono una buona navigazione
6 figlie…Leda: figlie di Margherita, più splendente di Leda, che è un personaggio mitologico, madre di Clitennestra e Elena e dei Dioscuri Castore e Polluce.
7 ruota: la ruota della fortuna
12 scura conchiglia: metafora che si riferisce al sepolcro, la tomba contiene il corpo della regina defunta come la conchiglia contiene la perla.

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